Di Totò non si può aggiungere niente o poco su quello che la sterminata produzione letteraria e mass mediologica ha prodotto. Per avere un’idea sintetica si ci può consultare Wikipedia, una specie di Manuale delle Giovani Marmotte, dove si trova di tutto. I suoi film a tutt’oggi riproposti continuamente consentono ogni volta di apprezzare un nuovo dettaglio o di pregustare qualche battuta o scena famosa, come quando, in Miseria e Nobiltà Enzo Turco invita Totò ad impegnare per l’ennesima volta il cappotto e comprare la cena .
Mi sono esercitato a formulare diverse classifiche, del tutto personali e soggettive, delle pellicole che il Principe De Curtis faceva girare al suo sottoposto Totò. Ho diviso arbitrariamente i film addirittura in sette categorie: Eccezionali Ottimi Belli Quelli che meritano una menzione speciale Brutti Impegnati Inclassificabili Dato per scontato che il miglior film in assoluto è Totò Peppino e la Malafemmina, il secondo e terzo posto sono parecchi movie che si contendono la posizione . Scontato che il secondo posto lo merita la Banda degli Onesti, il terzo posto è più problematico. Totò Truffa 62 va bene, ma ci potrebbe essere anche Totò a colori, Totò Cerca Casa e molti altri.
Totò ha recitato film eccezzionali ( 2 zeta perché li merita) ottimi film, film belli e quelli non proprio una schifezza ma insomma e anche film cosiddetti impegnati che impegnarono anche la censura e altri inclassificabili
160 anni fa, mentre a Gaeta ancora si combatteva una strenua battaglia per la difesa del Regno delle Due Sicilie che era ancora un regno legittimo e riconosciuto da tutte le potenze mondiali, si tenne il primo turno per l’elezione del Parlamento Italiano, il secondo turno il successivo 3 febbraio. Il Senatori erano nominati direttamente dal re.
Francesco II si dimise il giorno 14 febbraio 1861. Su quasi 26 milioni di abitanti, il nuovo regno concesse il diritto di voto solamente a 419.938 persone (circa l’1,8%), ma solamente 239.583, di cui circa 70.000 impiegato pubblici, si recarono a votare. Allo spoglio risultarono validi 170.567 voti. Si votò in base alla legge elettorale del Regno di Sardegna emanata da Carlo Alberto il 17 marzo 1848 senza tener conto delle diversità e delle esigenze dei regni annessi. Potevano votare solo i maschi di età non inferiore ai 25 anni che sapessero leggere e scrivere, e avere un reddito di almeno 40 lire annue. Calcoli precisi non ve ne sono, ma grosso modo dovrebbe corrispondere a 50/80mila euro attuali. A questa rigida regola c’era un’eccezione per consentire di far votare tutta una platea che si presumeva favorevole ai Savoia: i dipendenti pubblici piemontesi. La legge elettorale, parzialmente modificata durante la seconda guerra di indipendenza dal governo Rattazzi, rimase sostanzialmente inalterata fino al 1882. I deputati, eletti in collegi uninominali furono 204. Il nuovo parlamento unitario comprendeva: 85 fra principi, duchi e marchesi, 28 ufficiali, 72 fra avvocati, medici, ingegneri, magistrati e professori universitari. Era quel che si dice un parlamento ampiamente rappresentativo: i cattolici non vi avevano partecipato e Cavour risultò eletto con circa 620 voti. Questi si che fu un vero plebiscito per lui!
(ANSA) – NAPOLI, 20 GEN – Una Messa in suffragio di Francesco II di Borbone, dichiarato Servo di Dio dalla Chiesa, si è svolta ieri a Napoli nella chiesa di San Ferdinando di Palazzo, organizzata dalla Fondazione il Giglio e del Movimento Neoborbonico. Presenti una delegazione di cavalieri dell’ Ordine Costantiniano di San Giorgio ed associazioni culturali, tra le quali la Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, che ha promosso la causa di beatificazione dell’ ultimo sovrano borbonico. Il rito religioso è stato aperto dalle note dell’ “Inno del Re di Giovanni Pasiello”, cantato dal soprano Ellida Basso. Davanti ad una gigantografia di Francesco II , ornata da gigli bianchi, si sono alternati in una guardia d’ onore i Cavalieri Costantiniani. E’ il ricordo di un uomo, di un vero cristiano e di un vero re che ha abbracciato la via dell’ esilio come un lungo e cristiano calvario durante la quale trascinò la sua croce, che si concluse con una morte oscura e prematura, ma in realtà giunta in fine alla gloria della morte per la sua obbedienza alla fede.
Sud un ammasso di macerie di fabbriche abbandonate
Il Sud è un ammasso di macerie di fabbriche abbandonate. Da anni si susseguono leggi speciali e piani immaginifici, l’ultimo che si ricordi è il Piano del Sud presentato con un florilegio di slide non so da quale governo, se Conte Uno o Conte Due, non ha importanza, l’importante è che non uno dei provvedimenti preannunciati è stato realizzato. Ora vediamo che succede con la legge di bilancio per il corrente anno.
Nel Supplemento Ordinario n. 46/L alla Gazzetta Ufficiale n. 322 del 30 dicembre 2020 è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2020, n. 178 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021
La legge finanziaria è una sorte di libro dei sogni che non si realizzano mai
L’annuale legge finanziaria, poi chiamata legge di stabilità ed oggi legge di bilancio, è lo strumento attraverso il quale l’Italia definisce gli obiettivi in termini di entrate e uscite per l’anno di riferimento.In pratica è un libro di sogni infarcito di buone intenzioni e che spesso nasconde un assalto alla diligenza o di interventi a favore di questo di quello di un dato settore o una particolare corporazione. Anche quest’anno è stato così, anzi, in concomitanza della pandemia che ha permesso un allentamento dei cordoni della borsa perché redatto in previsione del famoso Recovery found di cui tutti parlano e che nessuno ha ancora visto, ma che forse un dì vedremo. Comunque varrebbe la pena di leggerla questa legge di bilancio senza accontentarsi dei riassunti o delle cosiddette infografiche dei giornali. Ma è un’impresa improba che provoca non poche violente emicranie, prima di tutto richiede una profonda conoscenza giuridica e poi non si capisce dove si vuole andare a parare perché le norme sono scritte col sistema a cannocchiale per cui ogni noma rinvia ad un’altra e meno male che oggi c’è internet per cui se a qualcuno viene lo sfizio può andare a spulciare il rincorrersi delle leggi citate e degli “smi” cioè “ successive modifiche ed integrazioni”, oppure vedere se è uscito il testo coordinato dove ci si smarrisce definitivamente ogni filo conduttore.
La distanza fra il dire ed il fare Se poi si è riuscito a capire qualche disposizione e si vuole seguire l’iter, si capisce subito la distanza esistente fra il dire ed il fare. La complessità della realizzazione di qualsiasi cosa quando si legge il complesso di una disposizione farebbe desistere qualsiasi persona di buon senso. Per esempio nel primo rigo di una legge si dispone la costruzione di qualche cosa, nei righi successivi si mettono i termini che nessuno rispetterà mai, che so entro 3 mesi il ministro farà il decreto di attuazione sentiti i vari ministri più o meno attinenti, poi ci sono le conferenze di servizio, per non parlare degli inevitabili “Comitati per il No” che nascono in contemporanea, insomma ci si arriva a buon fine quando già l’opera è tecnicamente superata ed economicamente inutile.
Cosa prevede la legge di bilancio 2021 per il Sud Comunque fatta questa incoraggiante premessa ecco in sintesi gli interventi previsti dalla legge di bilancio 2021, legge n. 178/2020 in favore del Sud. La legge in questione come si sa è composta di un solo articolo e più di mille commi. Gli interventi previsti partono dal comma 159 in poi fin verso il c.200. Se solo un quarto di quanto previsto fosse realizzato, il Sud farebbe un balzo in avanti tale da annullare di colpo la questione meridionale che ci affligge dal 1861, quando fu cancellato il Regno delle Due Sicilie. Ed ecco le disposizioni previste
Al fine di promuovere lo sviluppo industriale e occupazionale nelle regioni del Mezzogiorno attraverso il mantenimento e l’aumento dell’occupazione, il miglioramento della qualità degli investimenti e l’adeguamento delle attività ai cambiamenti economici e sociali, entro il 31 marzo 2021, il Ministro dello sviluppo economico, assicurando il coinvolgimento delle imprese, degli enti locali e delle regioni interessati, attiva la procedura per la stipulazione di un accordo con il settore della raffinazione e della bioraffinazione, finalizzato alla promozione degli investimenti da parte delle imprese operanti in tale settore per la realizzazione di iniziative volte a perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile mediante l’utilizzo di quota parte delle risorse derivanti dal gettito delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto.
Al fine di contenere il perdurare degli effetti straordinari sull’occupazione, determinati dall’epidemia di COVID-19 in aree caratterizzate da grave situazione di disagio socio-economico, e di garantire la tutela dei livelli occupazionali, l’esonero contributivo si applica fino al 31 dicembre 2029.
Io resto al Sud
Questo è il classico comma che non si capisce dove si va a parare, ma se si riesce a sbrogliare il bandolo della matassa, si capisce che è una proroga del provvedimento “IO RESTO AL SUD”: Infatti nel comma non c’è scritto così ma:” All’alinea del comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, le parole: « 45 anni » sono sostituite dalle seguenti: « 55 anni ».
Nelle Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, volta ad incentivare la nascita di nuove realtà imprenditoriali ad opera di giovani imprenditori nelle regioni del Meridione e, in particolare, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia la disposizione stabilì l’età massima dei beneficiari a 35 anni. Successivamente, con la Legge di Bilancio 2019, la platea è stata estesa agli under 45 ed è stata allargata oggi, in via ulteriore, con la Legge di Bilancio 2021 anche agli under 55. Resto al Sud è l’incentivo introdotto dall’art. 1 del D.L. n. 91/2017 al fine di promuovere la costituzione di nuove imprese da parte di giovani imprenditori nelle regioni del Mezzogiorno:
Abruzzo; Basilicata; Calabria; Campania; Molise; Puglia; Sardegna; Sicilia. La misura ha l’obiettivo di far avviare iniziative imprenditoriali: per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; per la fornitura di servizi alle imprese e alle persone; nel settore turistico. La misura “Resto al Sud” è rivolta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 55 anni a condizione che non risultino già titolari di attività di impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017;e beneficiari, nell’ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità; residenti, al momento della presentazione della domanda, nelle regioni del mezzogiorno sopra citate, ovvero che vi trasferiscano la residenza entro i termini fissati.
Lo ZES ( Zone economiche speciali) arranca
Per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES), l’imposta sul reddito è ridotta del 50 per cento a decorrere dal periodo d’imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d’imposta successivi.
le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attività nella ZES per almeno dieci anni; conservare i posti di lavoro creati nell’ambito dell’attività per almeno dieci anni.
In attuazione dell’articolo 119, quinto comma, della Costituzione (I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E’ esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti), è disposta una prima assegnazione di dotazione aggiuntiva a favore del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il periodo di programmazione 2021-2027, nella misura di 50.000 milioni di euro.
Il complesso delle risorse è destinato a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, ripartiti nella proporzione dell’80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord. Il Ministro per il Sud individua le aree tematiche e gli obiettivi strategici per ciascuna area e li comunica alle competenti Commissioni parlamentari. Il CIPE, con propria deliberazione, su proposta del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, ripartisce tra le diverse aree tematiche la dotazione finanziaria del Fondo per lo sviluppo. 179 i soggetti beneficiari delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato di durata corrispondente ai programmi operativi complementari e comunque non superiore a trentasei mesi, personale non dirigenziale in possesso delle correlate professionalità, nel limite massimo di 2.800 unità.
Il reclutamento è effettuato mediante concorsi pubblici, per titoli ed esami, organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica.
Al fine di incentivare più efficacemente l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo spetta, per gli anni 2021 e 2022, alle categorie di imprese, come definite dalla CE: nella misura del 25 per cento per le grandi imprese, che occupano almeno duecentocinquanta persone; nella misura del 35 per cento per le medie imprese, che occupano almeno cinquanta persone e nella misura del 45 per cento per le piccole imprese, che occupano meno di cinquanta persone.
Al fine di migliorare le competenze legate all’economia della conoscenza è istituito, nello stato di previsione un fondo sperimentale per la formazione turistica.
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