L’ex Presidente del Consiglio oggi si è accomiatato dagli italiani con l’ennesimo bel discorsetto per intenerirci il cuore. Ed in effetti un pò di tenerezza la fa vedendolo in mezzo alla piazza sullo stile di bel altri presidenti o primi ministri che dialogano con la stampa di fronte a Downing Street o nei giardini della Casa Bianca.
Giuseppi ha letto il capitolo 7 de Il Principe di Machiavelli ?
Il suo è un ritiro provvisorio, si darà alle belle arti o al volontariato maturando propositi di vendetta e di ritorni trionfali ( come pensava di fare il suo antagonista fiorentino, oppure opterà per qualche onorevole sistemazione ministeriale o altra collocazione? Niuno lo sa, ma certo non sembra intenzionato ad abbandonare il proscenio così improvvisamente e fortuitamente conquistato.
Premier per caso
Scelto quasi per caso a ricoprire l’incarico di portavoce di decisioni altrui, ha dimostrato poi di avere delle capacità non indifferenti nello svolgere il non facile compito di guidare il governo italiano ed è stato tanto bravo da passare con nonchalance dalla guida di un governo di destra-destra ad un governo di quasi centro sinistra. Si è trovato ad affrontare la pandemia che ha messo alle corde personaggi politici di altri paesi ben più attrezzati e scafati mentre lui brandendo svariati DPCM ci ha indicato la strada da seguire ( che oggi mostra la corda).
Diciamocelo, un pò si era montato la testa e al netto di tutte le carenze che gli hanno addebitato e hanno trovato puntuale riscontro sulle pagine dei giornali, aveva un indice di popolarità altissimo. Vedremo a che livello si classificherà il suo successore ( Non dimenticare Monti Fornero, dagli altari alla polvere e là sono rimasti).
Ma è indubbio che poi è caduto nel trappolone del senatore di Rignano che da buon uomo spregiudicato oltre all’incarico senatoriale ha anche quello di rappresentante come opinion maker di qualche paese petrolifero.
Poteva Conte evitare quest’epilogo? Probabilmente si, sicuramente no.
L’avvocato del popolo
Il nostro « avvocato del popolo » diversamente da molti « rappresentanti del popolo » non è un incolto, un ignorante, conosce il diritto in genere ma poco quello bizantino e avrà molte letture nel suo bagaglio culturale anche in altri campi. Avrà letto i Promessi sposi, qualche canto de l’Inferno, un pò di Iliade Leone Tolstoi, insomma ste cose qua di chi ha fatto il liceo.
Conoscere bene Machiavelli
Chissà se ha letto il Principe di Niccolò Machiavelli. Sicuramente qualche sunto o estratto l’avrà letto ma forse avrà saltato il capitolo settimo, quello che tratta di quelle persone che all’improvviso da sconosciuti cittadini diventano potenti governanti e segnalatamente quelli che lo diventano per concessione altrui.
Il Capitolo settimo appunto tratta « De principatibus novis qui alienis armis et fortuna acquiruntur. (I principati nuovi che s’acquistano con le armi e la volontà degli altri).
Dice Machiavelli : “Coloro che, da semplici cittadini diventano solo per fortuna, principi, lo diventano con poca fatica, ma poi si mantengono al potere con molti sforzi perché le vere difficoltà nascono quando devono governare. Questa è la situazione, quando a qualcuno viene concesso uno Stato o per danari o per volontà di chi lo cede: come successe a molti in Grecia, dove furono fatti principi da Dario gente normale , affinchè tenessero il comando nelle città “regalate” per la sua sicurezza e gloria; oppure come succedeva nell’Impero romano quando erano nominati imperatori soggetti che, per acclamazione dei loro soldati, pervenivano alla guida dell’impero. Questi reggono il potere semplicemente sulla volontà e fortuna di chi li ha insediati, che sono due cose volubilissime e instabili.
Chi non ha armi proprie perde sempre
Questo tipo di principe non sempre riesce a mantenere la sua posizione, perché, se non è uomo di grande ingegno e capacità, non è ragionevole pensare che, essendo sempre vissuto senza esperienza specifica, da semplice cittadino, sappia comandare; inoltre non dispone di proprie forze armate che possano difenderlo. Di poi, i nuovi Stati, come tutte l’altre cose della natura che nascono e crescono presto, non possono avere salde radici in modo, che col primo temporale sono abbattute; se poi non sono in grado di approfittare di quello che la fortuna gli ha dato, si devono attrezzare subito per conservarlo.
Il fiorentino fa riferimento alle azioni di Cesare Borgia, piuttosto distante come indole e mentalità dal nostro e aggiunge:
Ma torniamo da dove eravamo partiti. Dico che, trovandosi il duca in posizione vincente e in parte assicurato contro i pericoli, per essersi procurato soldati propri e avere in buona parte sconfitto quei nemici che lo potevano disarcionare, gli restava, per procedere con ulteriori conquiste, di calmare il re di Francia; perché conosceva come costui, accortosi tardi del suo errore nel favorire Borgia, non avrebbe consentito ulteriori conquiste. Per questo Borgia cominciò a cercare nuove alleanze, e ad allontanarsi dalla Francia, cercò abboccamenti con gli Spagnoli il che gli sarebbe riuscito, se Alessandro VI, il papa suo padre, non moriva improvvisamente.