Il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto. Lo scudetto del Napoli è certamente l’esito di un di manifestazione sportiva calcistica, cioè del campionato di seria A del 2022/23. Ma il suo valore e significato trascende la vittoria calcistica in se stessa, per assumere un valore omnicomprensivo.
Il calcio si sa è uno degli sport più popolari del mondo che richiede pochi mezzi per praticarlo. Dalle favelas sud americane e ora dai campi di calcio africani o asiatici, migliaia di ragazzi cercano la loro promozione e riscatto sociale a livello individuale. Pelé e Maradona, per fare dei nomi a caso costituisco i sogni finale di ogni bimbo che intraprende la carriera di calciatore, ma trascina appresso tutta una rete di attività “indotte” che costituisce un vasto campo di studio per psicologi e sociologi.
Ma non bisogna scomodare i greci antichi per le loro Olimpiadi, i romani con i loro anfiteatri e, successivamente nel periodo bizantino, con i loro ippodromi dove il popolo era fidelizzato al potere con grosse esibizioni di combattimenti tra gladiatori o fra corse di cavalli che vedeva il popolo di Bisanzio diviso in due partiti i verdi e gli azzurri.
Non bisogna scomodare e adattare il motto marxiano che la religione è l’oppio dei popoli a calcio e l’oppio dei popoli.
Già i Romani stessi governavano con il pane e circenses, dando gratis il grano e spettacoli di gladiatori al popolo per tenerlo buono.
A Napoli la situazione non era diversa. Alexandre Dumas, quello dei “Tre Moschettieri” raccontava che il re borbonici avessero una formula infallibile per regnare tranquilli quella delle “tre F: feste, farina e forca“.
Il popolo va distratto con continui festeggiamenti: funzioni religiose, balli, spettacoli gratuiti per distrarlo dai problemi reali, Secondo, un popolo che riesce a mettere il pane sulla tavola tutti i giorni non si ribella. La forca costituiva il deterrente finale per tenere a freno ogni tentativo di rivolta.
Ma nel caso del terzo scudetto del Napoli, un ragionamento del genere è semplicemente fuorviante. Si tratta di un fenomeno piuttosto complesso che avendo coinvolto tutta una città e non solo, tutto il meridione e non solo, ma diciamo che ha eccitato tutti coloro i quali sono sempre in seconda fila per quanto riguarda il posto in società sia come lavoro sia come affermazione personale eccetera, necessita di una lettura da più angolazione di cui la kermesse sportiva è certamente centrale. Tutte queste persone hanno approfittato di questa occasione inscenare una loro personale catarsi e gioire cosicché c’è voluto tutto queto amalgama affinchè una semplice vittoria calcistica sportiva si trasformasse in un riscatto sociale. Ed è stato molto interessante vedere nell’ultimo periodo come l’attesa della vittoria trattenuta a stento nonostante la tradizione scaramantica napoletana, fino ad arrivare ,al limite impensabile, di anticipare la festa in occasione della partita Napoli –
Salernitana che si dava per scontato il Napoli si sarebbe facilmente mangiata in un sol boccone, ma che è terminata in maniera imprevista agghiacciando gli animi anche se molti partiti a festeggiare, poi per inerzia quasi hanno portato avanti un pallido festeggiamento.
La cosa è sembrata ripetersi con l’Udinese: in questo caso già era evidente l’accanimento della sorte che ha animato, per un attimo, cattivi presagi.
Ma poi raggiunta la certezza matematica che lo scudetto andava ad appuntarsi meritatamente sulle magliette dei calciatori l’anima di Napoli è esplosa in tutte quelle manifestazioni che i vari Marotta, Eduardo, Bovio. di Giacomo, Scarpetta, Matilde Serao, Francesco Mastriani Raffaella Viviani hanno di volta in volta descritto più. Perché Attraverso lo scudetto Napoli si è per un attimo riscattata anche se contemporaneamente quasi a fare un contrappunto ed un rinvio alla tragica realtà quotidiana, un ragazzo di 26 anni è stato freddato con dei colpi di pistola e non si sa se per effetto di un tragico trascinamento della follia festaiola oppure un agguato di stampo camorrista.
Ecco questi sono le oscillazioni del pendolo all’interno del quale si muove la napoletanità che è esaltazione e che diventa Napolitudine quando si estrania nel suo contrario.
A noi non resta che gioire di questo effimero momento e approfittarne per trarne gli auspici che questo attimo possa essere un lavacro rigenerativo per tutte le forze, e sono tante per far uscire la città il meridione dalla morta gora in cui ristagna e questo traguardo sportivo raggiunto sia lo sprone per il conseguimento per obiettivi molto più concreti e sociali.