Il ruolo delle donne nella Storia           

Prima di addentrarci in successivi articoli in una rapida e necessariamente sommaria illustrazione di alcune delle regine e delle donne protagoniste che vissero durante il periodo del Regno delle due Sicilie (inizio 1700, seconda metà del 1800 circa), mi sembra opportuno premettere una sintesi lacunosa e approssimativa del ruolo svolto dalle donne nella Storia, anche se oggi, pur se esistono ancora oggettive difficoltà, molte cose sono cambiate.

Il ruolo della donna nella storia in questo contesto e fino ai nostri giorni, fatte alcune ovvie e debite eccezioni, è stato minoritario se non assente del tutto.

L’ultima volta che hanno goduto una parvenza di sostanziale parità di diritti di genere è stata nell’antica Roma repubblicana, beninteso come diritti civili e sociali, perché quelli politici erano comunque proibiti. Peggio è andato nel medioevo che le ha ricacciate tutte indistintamente dentro casa, nel ruolo di angelo della famiglia, castigando come eretiche o streghe coloro che deviavano. Antesignano di questo comportamento misogino, cioè da nemico delle donne, è stato un signore che non vi sareste mai aspettato, cioè l’imperatore Augusto. Nel tentativo di ripristinare i mitici antichi comportamenti virtuosi delle matrone romane, rinchiude le donne in casa, fissa un tetto per le loro spese sul vestiario e gioielli, mette la tassa sul celibato per i romani fino a 60 anni e, dulcis in fundo, istituisce il “delitto d’onore” in favore dei mariti, padri e fratelli. Delitto che in Italia sarà abolito solo nel 1981!

Marcello Mastroianni in Divorzio all’italiana

Non parliamo poi della sessualità e del relativo diritto al piacere: In occidente non si arriva alla mutilazione dei genitali femminili perché c’è la castrazione mentale : il sesso è considerato il peccato dei peccati.

Fino all’inizio del 1900 non era raro trovare in qualche vecchia cassapanca, camicie da notte con ricamato,  fra il seno ed il ventre, il motto:” Non lo fo per piacer mio, ma per dare figli a Dio”.

Ma fortunatamente, ci sono state donne che comunque si sono affermate nella Storia; si contano sulla punta delle dita e sovente le donne che travalicavano il ruolo assegnato dalla cultura di allora erano ritenute dissolute e peccaminose. Solo se vedove e con orfani minori potevano vivere quasi liberamente, gestendo il patrimonio dei figli in qualità di reggenti, come Caterina de Medici, per esempio, madre di Luigi XIII re di Francia, quello dei tre moschettieri per intenderci.   Viceversa Zenobia, la regina di Palmira, una città della Siria, che si mise contro l’Impero romano o la celebre Cleopatra, di cui Zenobia si dichiarava discendente o Messalina, moglie dell’imperatore Claudio e Agrippina, la madre di Nerone, non sono ricordate come modello di castità virtuosa. Mentre Boudicca, la regina degli Iceni, una tribù inglese, che si oppose valorosamente ai Romani nel 60/61 d.C, è poco conosciuta perché la sua vita è priva di ombre pruriginose, mentre è un po’ più conosciuta Ipazia, vergine, filosofa e scienziata (Alessandria d’Egitto 370/417 dC) la prima vittima dell’oscurantismo fanatico di una certa visione del cristianesimo.

Come non ricordare Matilde di Canossa (1046 –1115), quella che fece aspettare l’imperatore  Enrico IV nel gennaio 1077 al freddo e al gelo per 3 giorni primo di farlo entrare nel suo castello di Canossa situato nella provincia di R. Emilia.

Poi più avanti troviamo le cognate Isabella d’Este e Lucrezia Borgia. Isabella (1474 – 1539) è stata una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo tempo, di specchiata virtù, mentre viceversa  Lucrezia Borgia (1480 – 1519) figlia del papa Alessandro VI, passa immeritatamente per un mostro di lussuria. Lucrezia Borgia tuttavia fu una delle figure femminili più controverse del Rinascimento italiano. Sposata con Alfonso I d’Este, duca di Ferrara, fece dimenticare la sua origine di figlia illegittima del papa, facendosi  ben volere sia dalla nuova famiglia sia dalla popolazione ferrarese. Mentre risplendono nel pantheon femminile figure come Giovanna d’Arco e Caterina da Siena che furono sostanzialmente delle protagoniste politiche e la prima anche condottiera militare. Poi troviamo Isabella di Castiglia(1451 -1504) che tutti ricordiamo per aver accettato, assieme al marito, il progetto del navigatore Cristoforo Colombo.

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia  che si laureò a Padova nel 1678, fu la prima donna a laurearsi in tutta Europa. Ciò destò stupore e indignazione non solo in  Italia ma nell’intero continente. Le donne potevano distinguersi solo  per la bellezza, umiltà e castità.

Nel XVIII e XIX secolo fra il 1734 ed il 1861, cioè inizio e fine del Regno delle due Sicilie le cose cambiano di poco, anche se siamo in un periodo di grossi rivolgimenti politici e in Italia   i fermenti generati dalla rivoluzione francese portarono al risorgimento italiano.

In questo periodo la popolazione italiana raggiunse  20 milioni di abitanti, di cui circa la metà erano donne, ma nel periodo considerato quelle che emersero si contano sulla punta delle dita e nel primo parlamento italiani eletto da 450.000 persone ( su 20 milioni, cioè l’1.9% della popolazione) non ci fu nessuna donna.

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