Ferdinando Palasciano il medico borbonico che ideò la Croce Rossa

Si interessò a problemi apparentemente insignificanti come l’ igiene dei soldati, pubblicando nel 1846 la “ Guida medica del soldato “ eppure fondamentali, considerando l’alta percentuale di morbilità dei soldati per dissenteria, malattie infettive ecc che riducevano costantemente gli organici mentre bastavano poche norme per salvaguardarsi.
I quegli anni l’Italia era attraversata da rivolte insurrezionali e Palasciano invece di starsene tranquillamente a Napoli o Palermo in qualche clinica ospedaliera, seguiva i reparti che andavano a combattere.
Operando sui campi di battaglia acquisì una forte esperienza sulle ferite in battaglie, sia quelle traumatiche, sia quelle da armi da fuoco, divenendo, come si direbbe oggi, un “chirurgo specialista in ferite di guerra “.
Fu così che il nostro eroe fu illuminato dall’idea che avrebbe cambiato il modo di considerare i feriti nei campi di battaglia. Nel 1848 in Sicilia scoppiarono dei moti rivoluzionari. Gli scontri che si ebbero tra i borbonici ed i rivoltosi, lasciarono numerosi feriti sul campo di battaglia, allora si ordinò che fossero curati solo i soldati borbonici e lasciati al proprio destino i feriti nemici.
Il Palasciano, però, tenendo fede al giuramento d’Ippocrate non tenne conto della disposizione e curò con la stessa scienza e coscienza sia i feriti borbonici che i rivoltosi ed anche i numerosi civili coinvolti nei combattimenti.

Di fronte a questa plateale insubordinazione, il generale Carlo Filangieri, figlio del più famoso illuminista napoletano Gaetano, lo fece arrestare per farlo giudicare dal Tribunale di Guerra.
Il Palasciano si difese affermando che la sua missione di medico era più sacra del dovere del soldato perché la vita dei feriti di guerra era sacra. Era nata l’idea della neutralità e dell’intoccabilità dei feriti, che costituisce ancora oggi il nucleo centrale l’idea della Croce Rossa.
Per questo Ferdinando Palasciano fu condannato alla fucilazione cambiata ad un anno di reclusione.
Dopo la scarcerazione si interessò ancora ai problemi di sanità militare lottando con energia affinché venisse riconosciuta la neutralità dei feriti di guerra. Caduta la monarchia borbonica, passato nelle file piemontesi, in occasione del Congresso Internazionale dell’Accademia Pontaniana svoltasi a Napoli nell’aprile del 1861, affermò: “ Bisognerebbe che tutte le potenze belligeranti, nella Dichiarazione di Guerra, riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti feriti per tutto il tempo della loro cura e che adottassero rispettivamente quello dell’aumento illimitato del personale sanitario durante tutto il tempo della guerra “.
Con questo discorso che ebbe una vasta eco in tutto l’Europa e che, tre anni più tardi, sarà alla base delle Convenzione di Ginevra, Palasciano proclamò per la prima volta, uno dei più importanti principi fondamentali della Croce Rossa di cui è giustamente ritenuto il precursore.
Ma Palasciano non fu solo un teorico, un medico intellettuale, fu anche un medico operativo divenendo un chirurgo famoso in Italia ed in Europa. Eseguì migliaia di interventi e di questi molti con tecnica personale altamente innovativa.

Fu chiamato a consulto poi da Garibaldi per curare la sua ferita da arma da fuoco al malleolo mediale del piede destro subita durante un combattimento sull’Aspromonte.
Fu poi Deputato, Senatore del Regno, Consigliere ed Assessore al Comune di Napoli. Collezionò molti onori, ma non a quello cui ambiva più di tutto: partecipare alla creazione della costituenda organizzazione che avrebbe curato i feriti di guerra. Infatti il governo italiano, invitato da quello svizzero a nominare un delegato che lo rappresentasse in occasione dell’assemblea costitutiva della Croce Rossa, fece il nome del Dott. Baroffio e del Capitano Cottrau anziché quello del Palasciano che tanto aveva dato perché quell’idea fosse realizzata. Con la Convenzione di Ginevra (8-22 agosto 1864) fu sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario.
Il primo delegato della Croce Rossa Italiana fu nominato il medico milanese Cesare Castiglioni ed il primo Comitato italiano è quello di Milano istituito il 15 giugno 1864 ebbe sede a Milano.
Dopo questo smacco Palasciano impazzì letteralmente e manifestò sovente sintomi di follia intervallati da lucidità. Morì a Napoli il 28 novembre del 1891 praticamente dimenticato da tutti.

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