Una Messa in suffragio di Francesco II di Borbone

(ANSA) – NAPOLI, 20 GEN – Una Messa in suffragio di Francesco II di Borbone, dichiarato Servo di Dio dalla Chiesa, si è svolta ieri a Napoli nella chiesa di San Ferdinando di Palazzo, organizzata dalla Fondazione il Giglio e del Movimento Neoborbonico. Presenti una delegazione di cavalieri dell’ Ordine Costantiniano di San Giorgio ed associazioni culturali, tra le quali la Fondazione Francesco II delle Due Sicilie, che ha promosso la causa di beatificazione dell’ ultimo sovrano borbonico.
Il rito religioso è stato aperto dalle note dell’ “Inno del Re di Giovanni Pasiello”, cantato dal soprano Ellida Basso. Davanti ad una gigantografia di Francesco II , ornata da gigli bianchi, si sono alternati in una guardia d’ onore i Cavalieri Costantiniani.
E’ il ricordo di un uomo, di un vero cristiano e di un vero re che ha abbracciato la via dell’ esilio come un lungo e cristiano calvario durante la quale trascinò la sua croce, che si concluse con una morte oscura e prematura, ma in realtà giunta in fine alla gloria della morte per la sua obbedienza alla fede.

Inno dei Borbone

La legge di bilancio per il Sud fra molti sogni e poche speranze

Sud un ammasso di macerie di fabbriche abbandonate

Il Sud è un ammasso di macerie di fabbriche abbandonate. Da anni si susseguono leggi speciali e piani immaginifici, l’ultimo che si ricordi è il Piano del Sud presentato con un florilegio di slide non so da quale governo, se Conte Uno o Conte Due, non ha importanza, l’importante è che non uno dei provvedimenti preannunciati è stato realizzato. Ora vediamo che succede con la legge di bilancio per il corrente anno.

Nel Supplemento Ordinario n. 46/L alla Gazzetta Ufficiale n. 322 del 30 dicembre 2020 è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2020, n. 178 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021

La legge finanziaria è una sorte di libro dei sogni che non si realizzano mai

L’annuale legge finanziaria, poi chiamata legge di stabilità ed oggi legge di bilancio, è lo strumento attraverso il quale l’Italia definisce gli obiettivi in termini di entrate e uscite per l’anno di riferimento.In pratica è un libro di sogni infarcito di buone intenzioni e che spesso nasconde un assalto alla diligenza o di interventi a favore di questo di quello di un dato settore o una particolare corporazione. Anche quest’anno è stato così, anzi, in concomitanza della pandemia che ha permesso un allentamento dei cordoni della borsa perché redatto in previsione del famoso Recovery found di cui tutti parlano e che nessuno ha ancora visto, ma che forse un dì vedremo.
Comunque varrebbe la pena di leggerla questa legge di bilancio senza accontentarsi dei riassunti o delle cosiddette infografiche dei giornali. Ma è un’impresa improba che provoca non poche violente emicranie, prima di tutto richiede una profonda conoscenza giuridica e poi non si capisce dove si vuole andare a parare perché le norme sono scritte col sistema a cannocchiale per cui ogni noma rinvia ad un’altra e meno male che oggi c’è internet per cui se a qualcuno viene lo sfizio può andare a spulciare il rincorrersi delle leggi citate e degli “smi” cioè “ successive modifiche ed integrazioni”, oppure vedere se è uscito il testo coordinato dove ci si smarrisce definitivamente ogni filo conduttore.

La distanza fra il dire ed il fare
Se poi si è riuscito a capire qualche disposizione e si vuole seguire l’iter, si capisce subito
la distanza esistente fra il dire ed il fare. La complessità della realizzazione di qualsiasi cosa quando si legge il complesso di una disposizione farebbe desistere qualsiasi persona di buon senso. Per esempio nel primo rigo di una legge si dispone la costruzione di qualche cosa, nei righi successivi si mettono i termini che nessuno rispetterà mai, che so entro 3 mesi il ministro farà il decreto di attuazione sentiti i vari ministri più o meno attinenti, poi ci sono le conferenze di servizio, per non parlare degli inevitabili “Comitati per il No” che nascono in contemporanea, insomma ci si arriva a buon fine quando già l’opera è tecnicamente superata ed economicamente inutile.

Cosa prevede la legge di bilancio 2021 per il Sud
Comunque fatta questa incoraggiante premessa ecco in sintesi gli interventi previsti dalla legge di bilancio 2021, legge n. 178/2020 in favore del Sud.
La legge in questione come si sa è composta di un solo articolo e più di mille commi. Gli interventi previsti partono dal comma 159 in poi fin verso il c.200. Se solo un quarto di quanto previsto fosse realizzato, il Sud farebbe un balzo in avanti tale da annullare di colpo la questione meridionale che ci affligge dal 1861, quando fu cancellato il Regno delle Due Sicilie.
Ed ecco le disposizioni previste

  1. Al fine di promuovere lo sviluppo industriale e occupazionale nelle regioni del
    Mezzogiorno attraverso il mantenimento e l’aumento dell’occupazione, il miglioramento della qualità degli investimenti e l’adeguamento delle attività ai cambiamenti economici e sociali, entro il 31 marzo 2021, il Ministro dello sviluppo economico, assicurando il coinvolgimento delle imprese, degli enti locali e delle regioni interessati, attiva la procedura per la stipulazione di un accordo con il settore della raffinazione e della bioraffinazione, finalizzato alla promozione degli investimenti da parte delle imprese operanti in tale settore per la realizzazione di iniziative volte a perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile mediante l’utilizzo di quota parte delle risorse derivanti dal gettito delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto.
  2. Al fine di contenere il perdurare degli effetti straordinari sull’occupazione, determinati dall’epidemia di COVID-19 in aree caratterizzate da grave situazione di disagio socio-economico, e di garantire la tutela dei livelli occupazionali, l’esonero contributivo si applica fino al 31 dicembre 2029.

Io resto al Sud

  1. Questo è il classico comma che non si capisce dove si va a parare, ma se si riesce a sbrogliare il bandolo della matassa, si capisce che è una proroga del provvedimento “IO RESTO AL SUD”: Infatti nel comma non c’è scritto così ma:” All’alinea del comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. 123, le parole: « 45 anni » sono sostituite dalle seguenti: « 55 anni ».

Nelle Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, volta ad incentivare la nascita di nuove realtà imprenditoriali ad opera di giovani imprenditori nelle regioni del Meridione e, in particolare, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia la disposizione stabilì l’età massima dei beneficiari a 35 anni. Successivamente, con la Legge di Bilancio 2019, la platea è stata estesa agli under 45 ed è stata allargata oggi, in via ulteriore, con la Legge di Bilancio 2021 anche agli under 55. Resto al Sud è l’incentivo introdotto dall’art. 1 del D.L. n. 91/2017 al fine di promuovere la costituzione di nuove imprese da parte di giovani imprenditori nelle regioni del Mezzogiorno:

Abruzzo;
Basilicata;
Calabria;
Campania;
Molise;
Puglia;
Sardegna;
Sicilia.
La misura ha l’obiettivo di far avviare iniziative imprenditoriali: per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
per la fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
nel settore turistico. La misura “Resto al Sud” è rivolta ai giovani di età compresa tra i 18 e i 55 anni a condizione che non risultino già titolari di attività di impresa in esercizio alla data del 21 giugno 2017;e beneficiari, nell’ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità;
residenti, al momento della presentazione della domanda, nelle regioni del mezzogiorno sopra citate, ovvero che vi trasferiscano la residenza entro i termini fissati.

Lo ZES ( Zone economiche speciali) arranca

  1. Per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES), l’imposta sul reddito è ridotta del 50 per cento a decorrere dal periodo d’imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d’imposta successivi.
  2. le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attività nella ZES per almeno dieci anni;
    conservare i posti di lavoro creati nell’ambito dell’attività per almeno dieci anni.
  3. In attuazione dell’articolo 119, quinto comma, della Costituzione (I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E’ esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti), è disposta una prima assegnazione di dotazione aggiuntiva a favore del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il periodo di programmazione 2021-2027, nella misura di 50.000 milioni di euro.
  4. Il complesso delle risorse è destinato a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, ripartiti nella proporzione dell’80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord.
    Il Ministro per il Sud individua le aree tematiche e gli obiettivi strategici per ciascuna area e li comunica alle competenti Commissioni parlamentari. Il CIPE, con propria deliberazione, su proposta del Ministro per il Sud e la coesione territoriale, ripartisce tra le diverse aree tematiche la dotazione finanziaria del Fondo per lo sviluppo.
    179 i soggetti beneficiari delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato di durata corrispondente ai programmi operativi complementari e comunque non superiore a trentasei mesi, personale non dirigenziale in possesso delle correlate professionalità, nel limite massimo di 2.800 unità.
  5. Il reclutamento è effettuato mediante concorsi pubblici, per titoli ed esami, organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica.
  6. Al fine di incentivare più efficacemente l’avanzamento tecnologico dei processi produttivi e gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, il credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo spetta, per gli anni 2021 e 2022, alle categorie di imprese,
    come definite dalla CE: nella misura del 25 per cento per le grandi imprese, che occupano almeno duecentocinquanta persone; nella misura del 35 per cento per le medie imprese, che occupano almeno cinquanta persone e nella misura del 45 per cento per le piccole imprese, che occupano meno di cinquanta persone.
  7. Al fine di migliorare le competenze legate all’economia della conoscenza è istituito, nello stato di previsione un fondo sperimentale per la formazione turistica.

Su youtube nuovo Corso di Storia del Regno delle Due Sicilie

Una storia affascinante poco conosciuta

Su Youtube da oggi c’è un nuovo corso sulla Storia del Regno delle Due Sicilie,
l’ ennesimo ma di taglio decisamente nuovo queste almeno sono le intenzioni dell’autore che oggi ha postato su Borbonico progressista channel la sua presentazione.

Alla conoscenza storica non sfugge nessuno
Lo studio della Storia ci permette di conoscere le vicende che si sono svolte nel passato, di capire quelle di oggi e di indirizzare le nostre azioni per il futuro.
A questa disciplina non sfugge nessuno. Sia pure in modo diverso, siamo inevitabilmente coinvolti. Tutti conoscono per sommi capi l’importanza dell’antica Roma, l’influenza che ha avuto l’invenzione della stampa sulla diffusione del sapere, i massacri derivanti dalle guerre mondiali fino ad arrivare alla cronaca contemporanea.

Perchè si dovrebbe conoscere meglio il Regno delle Due Sicilie

Ricordato velocemente l’ utilità della conoscenza storica in generale, vediamo perché si dovrebbe conoscere meglio anche la Storia del Regno delle due Sicilie. Essa è stata studiata sempre superficialmente e, dal punto di vista della storiografia ufficiale, raccontata con ampie distorsioni. Oggi però c’è un rifiorire di studi, di rivalutazione e di approfondimento su questo Regno, rifioritura generalmente etichettata come storiografia “neoborbonica” e non sempre con accenti positivi.

Non fu la negazione di Dio

Nessuno si sognerà di affermare che fu il migliore dei regni possibili, ma neppure fu il peggiore in assoluto: non fu ” la negazione di Dio elevata a governo”, come ebbe ad affermare un politico inglese, ma pur con i suoi limiti, fu un regno vivace, proiettato nel futuro, con molte modernizzazioni e molti primati, dalla prima ferrovia al primo ponte a campata sospesa, dalla Reggia di Caserta che fece ombra a Versailles, all’ardito esperimento illuministico di San Leucio.
La dinastia poi crollò sotto i colpi dell’impresa dei Mille guidati da Garibaldi, non senza aver dato prova di capacità marziali con la battaglia sul Volturno e la strenua resistenza nella fortezza di Gaeta, di cui si tende a sorvolare e l’ultimo re, Francesco II, il famoso Franceschiello altrimenti detto Re lasagna dal suo piatto preferito. Indossò con dignità il ruolo di monarca e con dignità passò il resto della vita da privato cittadino sotto falso nome. Ora lo vogliono Santo, ma per chi conosce la sua storia e le sue tribolazioni lo è già a prescindere dalle proclamazioni burocratiche.

Iscrivetevi al canale e seguite l’affascinante storia di un Regno denigrato e mortificato

Indizi di insofferenza claustrofobica da lockdown

La speranza delusa

Il 2021 è iniziato in maniera diametralmente opposta alla speranza che ci aveva cullati tutti noi, la curva dei contagi non accenna minimamente a diminuire e oscilla vistosamente con effetti da cardiopalma. L’Italia si ricolora arlecchinescamente in zone rosse gialle ed arancione, e per indorare la pillola è stata fatta intravedere la possibile istituzione di zone bianche, dove tutto è permesso. Ma l’annuncio di un nuovo reiterato lockdown si accompagna dal manifestarsi dei primi sintomi di claustrofobia.

I non garantiti sono allo stremo

Questi si vanno ad aggiungersi alla crisi sanitaria e alla situazione economica. La forbice fra i garantiti ed i non garantiti aumenta ogni giorno di più e fra questi ultimi l’esasperazione e la necessità di ritornare alle ordinarie occupazioni, fosse anche un lavoro in nero, alimenta le teorie più strane e complottiste.
Non parliamo poi delle sorti della scuola. Insomma la rabbia contenuta e l’insofferenza montano come le chiare degli uovi sbattuti ( o uova sbattute, se vi aggrada di più).

Lockdown insopportabile
L’anno scorso quando il microbo cominciò a manifestarsi in questi tempi e ci fu la prima clausura ( lockdown questo significa = chiuso dentro) con la prima Pasqua e Pasquetta saltata, avendo fiducia nelle superiori risorse tecnologiche, umane e strumentali rispetto alle precedenti epidemie storiche, la affrontammo con coraggio cantando dai balconi e scrivendo dappertutto che sarebbe andato tutto bene. E così sembrava in estate. TUTTI eravamo convinti dello scampato pericolo, giornalisti, politici, economisti e virologi.

Non è andato tutto bene per niente

Invece non è andato bene per niente e quando si è presentata la seconda ondata si è scoperto che tutti l’avevano prevista ( come quelli che per cautelarsi, già stanno invocando la terza ondata) inondando con un profluvio di accuse sui giovani che avevano fatto la movida, su chi aveva aperto le balere, sul governo che aveva perso inutilmente tempo eccetera e poi l’assurdo balletto sulla riapertura scolastica, mentre la pandemia diventava un format televisivo con tanto di esperti che dissertavano su tutto.

Il ” Sereno Natale”

Purtroppo le cifre erano quelle devastanti e di fronte ad esse per assicurarci un “Sereno Natale” bisognava sottostare alle nuove imposizioni cautelative. Il sereno Natale senza la Messa di Mezzanotte e anche Capodanno senza veglione in rispettoso rispetto delle regole c’è stato, ma all’orizzonte, come alla vedetta di Colombo non appare niente.
Allora per prepararci ad un festoso martedì grasso si preparano nuove restrizioni. Ma qui cominciano i primi tenui segnali di insofferenza.

I segnali di insofferenza

Già nei giorni pre natalizi era esplosa la voglia della gente di riappropriarsi nelle strade affollando i corsi principali delle città, subito redarguiti per questo.

Trascorsa tranquilla lì Epifania che ci ha lasciato ancora la Pandemia, il 9 gennaio tocca registrare un segnale di svolta, una prima manifestazione di insofferenza sociale che cova negli animi, specie fra i giovani.

Lucca
A Lucca nei pressi della Porta dei Borghi c’è stata una festa spontanea in strada, con canti e balli senza alcuna distanza di sicurezza e in molti casi senza mascherina, . Lì dei ragazzi hanno messo della musica cominciando a ballare raccogliendo in pochissimo tempo molti proseliti, più di un centinaio finchè non sono intervenute le forze dell’ordine a sciogliere l’assembramento.

Milano

A Milano invece c’è stata una festa di giovani in un appartamento affittato in un residence nel centro di Milano, scrive Repubblica. Età fra i 15 e i 23 anni. Le forze dell’ordine sono state allertate dagli altri ospiti della struttura per la musica alta e le urla. Al loro arrivo sono fuggiti tutti tranne a riprendere la festa quando la polizia è andata via.

Catania

A Catania, Piazza Currò, Ostello della gioventù, centinaia di giovani si sono riuniti per bere e schiamazzare. Molti non indossavano neppure le mascherine e. Proprio ieri il presidente della Regione Sicilia aveva chiesto al ministro Speranza di fare la Sicilia zona arancione per l’impennata consistente dei contagi degli ultimi giorni.

Livorno

A Livorno circa trecento persone fra le 18 e le 22, anche qui molti senza mascherine, hanno consumato l’aperitivo senza preoccuparsi delle più elementari norme anti contagio da Covid, ammucchiandosi nella zona di via Cambini, dove ci sono diversi locali per l’aperitivo.

Parma

E per chiudere a Parma c’è stato un reply della scazzottata del Pincio a Roma. Nella città parmense, nel pomeriggio di sabato in pieno centro c’è stata una rissa iniziata fra due ragazzi e come nei film allargata via via sempre a più soggetti fino a coinvolgere una cinquantina di persone. Mentre si svolgeva la rissa, molte altre persone gridavano incitamenti per le varie fazioni riprendendo il tutto con i telefonini.

Napoli

Intanto la Campania ha già esaurito le dose di vaccino assegnatele ed è una delle Regioni che più immediatamente ha risposto all’esigenza di procurarsi una sinecura contro il virus, senza eclatanti contrasti con i no vax, medici obiettori e terrapiattisti.

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