Ma passerà questa nottata?

• Chi non ricorda la celebre frase di Eduardo De FilippoAddà passà ‘a nuttata”, con la quale chiude l’altrettanto celebre commedia Napoli Milionaria. E’ un messaggio di speranza e di ottimismo.
• Il background della pièce teatrale è una Napoli, e per estensione l’intera umanità, distrutta dalla guerra, immiserita fisicamente e semidistrutta moralmente come ebbe a scrivere quasi in parallelo Curzio Malaparte nel suo romanzo “La pelle”, romanzo che fu addirittura proibito e messo all’Indice dal Vaticano (Index librorum prohitorum).
• Tutto sembra perduto, tutti sconfitti ed invece Eduardo ci dice che non è vero, che dopo la nottata ci sarà una bella giornata.
• Così siamo noi in questo momento sotto Natale, niente tavolate della vigilia, niente capitone e niente veglione con i tric trac a capodanno. Ma non è questo il punto. Ormai è un anno che stiamo sotto schiaffo del virus, ad onta di tutti i progressi tecnologici: Come nel medioevo, l’unico rimedio è stare isolati.
• Il capitale sociale, quella somma di relazione, fratellanza e solidarietà, che possediamo ( già non al massimo grado, diciamocelo), si sta consumando sempre di più. All’uomo sociale si sostituisce l’uomo solitario, aiutato in questo dalla possibilità di sbrigare molte faccende , specie quelle delle cibarie, on line grazie ad internet e ai suoi sacerdoti, siano essi Google, Facebook , Amazon e gli altri confratelli digitali.
• Il 2020 è iniziato con la riapparizione di un mostro che pareva impossibile che ci fosse, nonostante molti film di fantascienza ogni tanto l’avesse fatto: la peste. Allora tutti ci siamo ricordati di Boccaccio che scrisse il Decamerone, ma soprattutto dei Promessi Sposi, capitoli 30 eseguenti e, rileggendoli, siamo rimasti colpiti dalla attualità di quelle pagine.
• Ma eravamo fiduciosi che grazie ai progressi della tecnica, in quattro e quattrocchi il nuovo invisibile nemico sarebbe stato presto debellato.
• Ahimé così non è stato e stiamo ancora a combattere con un numero impressionante di vittime che hanno superato quelle del 1944 durante il quale l’Italia era in guerra sotto i massicci ed indiscriminati bombardamenti degli alleati.
• Ora siamo aggrappati al vaccino, anzi ai vaccini. Al momento sono in sperimentazione più di 200 vaccini, di cui una decina sono sulla dirittura d’arrivo e almeno tre stanno già per essere somministrati a milioni di persone.
• Noi che passiamo le giornate ad aspettare il bollettino di guerra serale, le notizie che ci arrivano non sono quelle che speriamo.
• Lo so, la notte polare è lunga e prima che la nottata passi ci vorrà tempo.
• MA PASSERA’

Borbonico Progressista

Slums londinesi nell’epoca di Charles Dickens

Il titolo del blog “Borbonico Progressista”, può sembrare un insensato abbinamento di termini contraddittori, un ossimoro per dirla con un termine più intellettualeggiante, perché si dà per scontato che borbonico è equivalente a retrogrado, reazionario, conservatore, pertanto non può essere progressista. Potrebbe essere anche così, ma non totalmente e non completamente e soprattutto portatore di una mentalità non molto diversa da quella del rimanente contesto italiano complessivo fra il XVIII e XIX secolo, fra il sette e ottocento, per essere più chiari. Per i secoli XX e XXI il discorso, se possibile è ancora più complicato e, dato il numero elevato delle variabili che interagiscono, ancora più difficile da semplificare sia per una narrazione, sia dal punto di vista economico-sociale.
Dal rifiorire degli etnicismi e dal rinvigorimento della ricerca delle proprie radici culturali e tradizionali, si sono venuti a creare filoni di pensiero, riscoperte storiche, nuovi studi filosofici e sociologici, in sostanza una specie di nuovo umanesimo, fatte le dovute e debite proporzioni. Poi queste inevitabilmente hanno avuto un risvolto sia sociale che politico. In realtà l’Italia dei Campanili, dei quartieri, delle città e delle province non è mai completamente scomparso. Come un fiume carsico, cioè quei fiumi che affiorano e si inabissano più volte, questa riscoperta ha attraversato, riaffiorando ogni tanto, tutta la storia unitaria dal 1861, cioè dall’Unità d’Italia in poi.
Innanzitutto mettiamo dei punti fermi a scanso di ogni equivoco. Il blog intende esclusivamente rivalutare un periodo storico che è stato bistrattato dalla storiografia ufficiale, senza altri fini, pur non ignorando che i Borboni un po’ borbonici lo sono stati, anche se non ptoprio quella negazione di Dio elevata a governo come ebbe a dire un illustre inglese che evidentemente ignorava che nel Regno Unito il popolo era trattato infinitamente peggio dei lazzari napoletani, con l’aggravante (per gli inglesi) di non poter godere neppure del tepore delle latitudini mediterranee. Basta leggere un pò Carlo Dickens, quello di David Copperfield ed Oliver Twist, per rendersi conto dell’ordinario livello di vita londinese e delle città industriali in genere.

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